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SERVI DI DIO VINCENZO LEWONIUK E 12 COMPAGNI SERVI DI DIO VINCENZO LEWONIUK E 12 COMPAGNI erano cattolici della Chiesa uniate, initiata dall’Unione di Brest nel 1596. Questa Unione porto all’unita della Chiesa ortodossa in Polonia con la Chiesa cattolica e con il Papa. I fedeli di questa Chiesa vengono di solito chiamati uniati. Vincenzo Lewoniuk e i 12 Compagni erano uniati, semplici contadini di Podlachia. Diventarono famosi a motivo del coraggio della fede durante la persecuzione della Chiesa cattolica da parte della Russia nei tempi della spartizione della Polonia. La persecuzione russa fu particolarmente sanguinosa e ben organizzata. Gli zar russi cominciarono l’abolizione della Chiesa cattolica dalla distruzione della Chiesa uniate e lo fecero gradualmemte. Nel 1794 Caterina II aboli la Chiesa uniate nell’Ucraina. Nel 1839 fu ufficialmente abolita dallo zar Nicola I la Chiesa uniate nella Bielorussia e nella Lituania. Questo fu la realizzazione del vecchio principio “cuius regio eius religio” – di chi e potere, di questi e religione. La Russia giustamente ebbe paura che la Chiesa cattolica fosse un’ostacolo della ryssificazione e della degradazione dell’uomo cosi significativi per il suo governo. Nella seconda meta del XIX secolo sul territorio occupato dalla Russia la Chiesa uniate rimase solo nella diocesi di Chelm, nel Regno Polacco. L’amministrazione dello zar fece il progetto dell’abolizione di questa Chiesa e lo zar AlessandroII lo firmo. Nel gennaio 1874 doveva entrare in vigore la liturgia ortodossa nelle chiese uniati. L’accettazione di essa da parte degli uniati era stata giudicata dal governo russo come un’entrata della parrocchia nell’ortodossia. Gia prima il governo aveva rimosso il vescovo e i sacerdoti che non avevano accettato le riforme portanti alla rottura dell’unita della Chiesa. Per la loro fedelta essi pagarono con la deportazione in Siberia, con l’incarcerazione o con la rimozione dalla parrocchia. I laici privati dei loro parroci difesero da soli la loro chiesa, la liturgia e l’unita con il Santo Padre, spesso anche a costo della vita. Il 24 gennaio 1874 a Pratulin arrivarono le truppe. Gli uniati sapevano che la difesa della chiesa poteva costare loro la vita. Andarono alla chiesa per difendere la fede pronti a tutto. Si congedarono dalle loro famiglie, si vestirono in modo festivo, perché come dicevano, si trattava delle cose piu sacre. Non potendo persuadere gli uniati a lasciare la chiesa né con le minacce, né con le lusinghe delle grazie dello zar, il comandante diede l’ordine di sparare sulla gente. Vedendo che l’esercito aveva ricevuto l’ordine di uccidere gli opponenti resistenza, gli uniati si inginocchiarono nel cimitero presso la chiesa e con il canto si prepararono a dare la vita per la fede. Morirono pieni di pace con la preghiera sulle labbra, senza imprecare contro i persecutori perché come dicevano “dolce e la morte per la fede”. Presso la chiesa a Pratulin il 24 gennaio 1874 subirono la morte per la fede e per l’unita dalla Chiesa i tredici uniati: Vincenzo Lewoniuk, di Woroblin, sposato, di anni 25. Era un uomo pio e godeva di una buona opinione presso la gente. Come primo diede la vita per la difesa della chiesa. Daniele Karmasz di Legi, sposato, di 48 anni. Dalla testimonianza di suo figlio sappiamo che era un uomo di sentimenti religiosi e timorato di Dio. Come presidente della confraternita parrocchiale durante la difesa della chiesa si mise a capo fila della gente portando la croce che viene conservata a Pratulin fino ad oggi. Luca Bojko di Legi, celibe, di 22 anni. Suo fratello ha testimoniato che Luca era un uomo onesto, religioso e godeva di buona fama presso la gente. Durante la difesa della chiesa suonava le campane. Costantino Bojko di Zaczopki, sposato, di 45 anni. Era un uomo buono e pio. Ferito gravemente durante la difesa della chiesa mori a casa, il giorno dopo, lasciando la moglie Irene e sette figli. Bartolomeo Osypiuk di Bohukaly, di 30 anni. Sposato con Natalia, aveva due figli. Bartolomeo era rispettato da tutti nel villaggio per la sua onesta, avvedutezza e religiosita. Gravemente ferito fu transportato a casa, dove mori preganto per i persecutori. Aniceto Hryciuk di Zaczopki, celibe, di 19 anni. Era un giovane buono, religioso ed educato all’amore verso la chiesa. Uscendo da casa con il cibo per i difensori della chiesa a Pratulin disse a sua madre: “Forse anch’io saro degno di dare la vita per la fede”. Fu ucciso presso la chiesa il 24 gennaio nelle ore pomeridiane. Filippo Geryluk di Zaczopki, sposato, di 44 anni. Dalla testimonianza di suo nipote risulta che era un buon padre di famiglia, pio ed onesto. Presso la chiesa incoraggiava gli altri alla perseveranza e lui stesso diede la vita per la fede. Ignazio Franczuk di Derlo, di 50 anni. Sposato con Elena aveva sette figli. Da suo figlio sappiamo che Ignazio educo i figli nel timore di Dio. La fedelta a Dio era per lui il valore piu importante. Mentre si preparava ad andare a Pratulin per difendere la chiesa aveva indossato un abito pulito dicendo che tutto poteva succedere anche che egli non tornasse piu. Dopo la morte di Daniele Karmasz prese la croce e si mise in prima fila con i difensori. Giovanni Andrzejuk di Derlo, di 26 anni. Sposato con Marina aveva due figli. Era stimato da tutti perché era un uomo buono e prudente. Metre si avviava a Pratulin per difendere la chiesa si congedo da tutti dicendo che force questo era l’ultimo congendo. Gravemente ferito fu transportato a casa dove mori durante la notte. Massimo Hawryluk di Derlo, di 34 anni. Sposato con Domenica era stimato dalla gente perché era un uomo buono e onesto. Gravemente ferito presso la chiesa mori il giorno dopo. Onofrio Wasyluk di Zaczopki, di 21 anni. Era un buon cattolico e un uomo giusto, stimato da tutti. Michele Wawryszuk di Derlo, celibe, di 21 anni, lavorava nella tenuta di Paolo Pikula a Derlo. Godeva buona fama. Gravemente ferito presso la chiesa mori il giorno dopo a Derlo. Vincenzo Lewoniuk e i 12 Compagni sono uomini di eta tra 19 e 50 anni. Erano semplici contadini; non abbiamo molte notizie della loro vita personale. Alla luce delle testimonianze dei testi o dei documenti storici si presentano pero come uomini caratterizzati dalla fede matura. La difesa della chiesa circondata dalle truppe armate non era un effetto dello zelo momentaneo o della temerarieta irresponsabile ma la conseguenza dellaloro fede profonda. Essi credettero che il dare la vita per Cristo non significa perderla ma conquistare la pienezza della vita. I martiri di Pratulin in molti aspetti assomigliano ai martiri degli inizi del cristianesimo, quando i semplici fedeli venivano uccisi per il solo fatto di confessare coraggiosamente la loro fede in Cristo. I martiri di Pratulin sono stati sepolti dai soldati russi senza rispetto e senza la partecipazione della famiglia piu vicina. I soldati non lasciarono nessum segno della tomba dei martiri. I parrocchiani di Pratulin pero non dimenticarono i loro martiri e cominciando dall’anno 1918, quando la Polonia ha ripreso la liberta, la tomba dei martiri viene onorata. Il 18 maggio 1990 le spoglie dei martiri vennero traslate nella chiesa parrocchiale. Il martirio a Pratulin non fu un atto sporadico. Particolarmente dal gennaio 1874 ogni parrocchia uniate in Podlachia scrisse la sua storia di martirio. Lo zar aboli ufficialmente la diocesi uniate di Chelm nel 1875 e gli uniati, contro la loro volonta, sono stati iscritti alla Chiesa ortodossa. Gli uniati non accettarono questo fatto e per la loro fedelta alla Chiesa cattolica pagarono molte volte con la morte, con la diportazione in Siberia, con l’incarcerazione o con le varie pene. Agli uniati, rimasti senza pastori sotto il potere russo, portarono l’aiuto pastorale i sacerdoti cattolici di Podlachia e dalle zone della Polonia rimanenti sotto il potere austriaco e tedesco. La grande fede degli uniati e l’aiuto solidale della Chiesa catollica permisero di superare le persecuzioni e di giungere alla liberta religiosa dichiarata il 30 aprile 1905 dallo zar Nocola II. Proprio in questo anno la maggioranza degli uniati in Podlachia e nella diocesi di Lublino si iscrisse alle parrocchie romano – cattoliche perché le strutture della Chiesa uniate non esistevano piu. Poiché dei martiri di Pratulin si sono conservati molti documenti, la loro tomba e tante testimonianze, il vescovo della diocesi di Podlachia Enrico Przeździecki scelse nel 1938 proprio essi come candidati alla beatificazione e come rappresentanti di tutti i martiri che in Podlachia diedero la loro vita per la fede e per l’unita della Chiesa. Gli uniati di Pratulin e di tutta la Podlachia sono stati riconosciuti come martiri dalle loro famiglie, dai parrocchiani, dal popolo di Dio in Podlachia ed anche dalla Chiesa universale. Al martirio degli uniati resero omaggio i Papi: Pio IX, Leone XIII, Pio XII. Senz’altro grazie all’offerta della vita dei martiri e stata conservata in Podlachia la fede e l’identita polacca. Per questo il Papa Giovanni Paolo II in un discorso ha detto che i martiri di Podlachia sono un grande capitolo della storia della Polonia e percio egli porta la memoria di questi martiri nel suo cuore. Per la Chiesa di oggi i martiri di Pratulin possono essere il modello della fede matura che il Regno di Dio mette al primo posto; i martiri mostrano all’uomo di oggi il grande amore verso la Chiesa e verso il Sommo Pontefice, che amavano come Padre, e che era da loro considerato l’unico vero difensore. I martiri di Podlachia sono fedeli laici e possono essere nella Chiesa di oggi i patroni dell’apostolato dei laici, perché insegnano come impregnasi nella vita della Chiesa e prendere la responsabilita per la costruzione della societa fondata sulla legge di Dio. Nella loro vita e nella morte si rivela l’atteggiamento ecumenico che secondo il Concilio Vaticano II viene caratterizzato dalla buona conoscenza della propria fede e della propria Chiesa, dalle vita matura secondo la legge di Dio e dalla stima per le altre Chiese. Autore: Archimandrita Roman Pietka MIC, www.cyrylimetody.marianie.pl |
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Ostatnia aktualizacja ( Monday, 02 August 2010 ) |